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Confesso di aver scoperto la filmografia di Fernando Di Leo solo di recente, partendo dalla cosiddetta «trilogia del milieu»: Milano calibro 9, La mala ordina e Il boss, realizzati tra il 1972 e il 1973. In questi tre film il poliziottesco tocca uno dei suoi vertici, pur con i necessari distinguo dettati dalla forte impronta autoriale di Di Leo, che vi innesta un sottotesto morale e uno sguardo quasi entomologico sui personaggi.

Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano, oltre ad essere l’ultimo album degli Area con Demetrio Stratos è anche una frase emblematica che racchiude il senso di quegli ultimi fuochi dei ’70. Gli dei sono le speranze, le Utopie, i sogni di una generazione che ha provato a trasformare e cambiare in senso democratico il proprio mondo. Se i primi anni ’70 erano cominciati con un mutamento radicale dei linguaggi, dei costumi e dei diritti (lo Statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio, la chiusura dei manicomi), l’ultima parte del decennio appare come una gabbia chiusa piena di solitudini. Il neoliberismo aveva preso nuove forme, i fantasmi insepolti di Moro e Pasolini galleggiavano sopra i sonni apparentemente tranquilli degli italiani.

Dopo aver letto Mi troverai nel fuoco di Robert Lowry, ho preso in mano un altro libro targato Mondadori. I due differiscono soltanto per il colore della copertina: verde il primo, arancione il secondo. I più attenti avranno già capito che sto parlando de La Medusa degli italiani. Nata nel 1947 come primo atto della «campagna per la letteratura italiana», aveva l’obiettivo di radunare attorno alla casa editrice milanese alcuni dei più promettenti autori del nostro paese. Tra questi figura anche Nino Palumbo, nato a Trani nel 1921 e morto a Genova nel 1983. Pubblicò due romanzi in questa collana: Impiegato d’imposte (1957) e Il Giornale (1958). Entrambi hanno come protagonista un impiegato, in una città che potrebbe essere la Milano del boom economico, anche se non viene mai nominata.

In questi ultimi anni sono usciti studi documentatissimi sui prodotti editoriali degli anni ’60 e ’70. In particolare studiosi e collezionisti come Luca Mencaroni e Davide Barzi hanno gettato luce sui sexy pocket di quei decenni. Altri studiosi come Fabio Camilletti, Sergio Bissoli, Luigi Cozzi, Franco Pezzini, Enrico Luceri, Matteo Mancini, Giuseppe Lippi e Antonio Bruschini hanno restituito dignità alla cultura popolare che ha accompagnato l’Italia del boom economico.

È un piacere avere ospite Diego Zandel, nato nel campo profughi di Servigliano, nelle Marche, da genitori fiumani, autore di Un affare balcanico, Autodafé di un esule e di molti altri testi. Oggi è qui in veste di curatore della linea editoriale della casa editrice Oltre, che ha pubblicato l'ultima edizione del romanzo Doppia morte al Governo Vecchio di Ugo Moretti.

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