Daniele Vacchino è nato a Vercelli nel 1982. Ha scritto il giallo metafisico "La pinacoteca delle copie", il noir "I balordi di Tulear" e la raccolta di racconti fantastici "Gotico vercellese". I
Il genere gotico e quello thriller possiedono un grado di parentela maggiore di quel che si pensi. Entrambi sono dominati da un senso di abbandono. L'abbandono nel tempo remoto in fuga da un presente che corre è il motore del genere gotico (e non a caso è attraversato da un vento nostalgico e si affaccia nei momenti di sviluppo sociale e tecnologico), mentre l'abbandono all'irrazionale, all'irrequietezza, al delirio, alla follia è il meccanismo su cui poggia le basi il thriller. Su entrambi si allunga l'ombra del languore. Sono due generi nostalgici, in fondo.
Mi capita di interrogarmi sul rapporto che alcuni autori hanno avuto con il genere giallo. Sarà perché, da invisibile della scrittura, reputo di fare parte di coloro che, nel corso della propria traiettoria autoriale, hanno sviluppato una certa ossessione per il giallo perfetto, non tanto e non solo per quanto concerne il meccanismo di indagine e risoluzione del caso, ma soprattutto per quanto concerne la sfera letteraria.
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L'uomo che credeva nei vampiri
curato dai fondatori di Mattatoio n.5 e dedicato alla vita e alla bibliografia di Emilio De Rossignoli.
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