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Il genere gotico e quello thriller possiedono un grado di parentela maggiore di quel che si pensi. Entrambi sono dominati da un senso di abbandono. L'abbandono nel tempo remoto in fuga da un presente che corre è il motore del genere gotico (e non a caso è attraversato da un vento nostalgico e si affaccia nei momenti di sviluppo sociale e tecnologico), mentre l'abbandono all'irrazionale, all'irrequietezza, al delirio, alla follia è il meccanismo su cui poggia le basi il thriller. Su entrambi si allunga l'ombra del languore. Sono due generi nostalgici, in fondo.

Mi è d’abitudine comprare un libro per il viaggio. Entro in una libreria e esco col volume che leggerò. Così ho fatto a Parma poiché con mio figlio, partiti da Calvisano, eravamo diretti a L’Aquila procedendo per tappe, su treni regionali. La libreria era quella dell’amico Ernesto, Piccoli Labirinti, verso piazzale Santa Croce per intenderci. Per farla breve, come altre volte mi è capitato, il volume che ancora non conoscevo e che cercavo era lì che mi guardava: Comisso, Gadda, Bacchelli. Con soprattitolo: Scrittori italiani in viaggio attraverso l’Italia, editore a me sconosciuto “dalla costa” in minuscolo. Al banco, l’amico libraio mi avvisa: “Una bella casa editrice, con dei bei titoli, peccato che sia fallita quasi subito.” In treno leggo e ora che finisco tutte le tappe, una settimana di viaggio, l’ho belle che finito. Un saggio sui racconti di viaggio di questi tre autori, ben scritto, approfondito ma sobriamente, avvincente persino. Tre autori, Giovanni Comisso, Carlo Emilio Gadda e Riccardo Bacchelli. Un veneto, un milanese e un bolognese.