Non classificabili - Varie

La smortina, di Guglielmo Zucconi

Lunedì, 26 Giugno 2017

Dopo Nero di Tiziano Sclavi, ci occupiamo oggi di un altro libro edito da Camunia nel 1984, la casa editrice fondata da Raffaele Crovi. La smortina è un romanzo di Guglielmo Zucconi, intellettuale modenese, dove la città emiliana fa da quinta ad una storia di amori, passioni, intrighi e omicidi. Il nome di Modena non viene mai fatto, ma è la quarta di copertina a darci l’imbeccata giusta, ricordandoci come sia “popolare e borghese in parte goduriosa ed in parte arrivista, con un faccia serena e una controfaccia inquieta”.

Clementina Bompani è la smortina, una ragazza della piccola borghesia, i genitori hanno una teleria, alle prese con i problemi della vita: famiglia, lavoro, amore e sessualità. Clementina vorrebbe essere chiamata Clem, il lungo nome non le piace, le suona aromatico con quella mentina finale. Eppure la protagonista è proprio come una di quelle caramelle che fino ad un certo punto appaiono solo dolci, per poi deflagrare sul finale, con sapori forti ed improvvisi. Clementina lavora nel negozio di famiglia, si nasconde, letteralmente, aspetta che l’uomo della vita le compaia dinanzi, per concedersi, per scoprire quelle parti del corpo che nessuno sospetterebbe così prosperose ed appetitose. Lo trova in Dante Parmiroli, ex collaudatore di auto da corsa, playboy incallito e titolare di una scuola guida; con cui non solo arrivano i batticuori tipici dell’innamoramento, ma anche quelli della gelosia. Perché il bel Dante è coppia fissa con Elide Delpiani, ex prostituta, che dopo un buon numero di anni sulla piazza decide di chiudere bottega, per dedicarsi anima e corpo all’amore.

Amore, amore e amore, Zucconi scrive un romanzo ironico, dove i protagonisti non sono mai quello che sembrano, proprio come tutto ciò che fa battere il cuore: quando pensiamo di averci capito qualcosa, ne veniamo feriti, talvolta anche in modo cruento. Di violenza nelle oltre 200 pagine che compongono il libro ne troviamo anche fin troppa, ci sono enigmi da decifrare e testamenti da assegnare, omicidi da dipanare, amori da troncare. La trama è intrigante, cresce con il delinearsi della personalità di Clementina, piatta all’inizio e poi sulle montagne russe, quasi come il suo seno e come la sua bellezza. Non a caso la smortina riuscirà a fare proprio l’amore di Dante, guida dopo guida, su una Fiat 127 fredda ed incolore, che invece diventa la trappola dove il playboy capitola. A dispetto di tutti, preti, clienti pettegoli, genitori invadenti, la smortina ha accalappiato la preda.

L’ho già scritto ma lo voglio ripetere, Clementina è un’arma a doppio taglio, si nasconde a tutti, genitori compresi, in attesa di colpire, di trovare l’uomo con cui passare il resto della vita. Nessuno ha capito chi sia, tranne lo zio Don Paolo, che la conosce nell’animo e ha intuito che sotto sotto “gatta ci cova”. Le gatte sono due, anche se Elide Delpiani è una miciona che gioca a carte scoperte: tutti sanno, è una professionista, casa sua è un continuo via vai. Eppure ne uscirà con le ossa rotte, in tutti i sensi. La smortina non è solo un romanzo rosa, ha tinte rosse, perché il sangue scorre, più e più volte, dalle vene al cuore, dal cuore al pavimento. Prima Don Paolo finisce al creatore, o magari all’inferno, qualcuno lo sospetta anche dopo che l’apertura del testamento ha mandato in frantumi le speranze della famiglia Bompani di ereditarne una bella fetta. Poi Elide è vittima di un agguato a suon di pugni e botte date con il posacenere, che la mandano all’ospedale, con una prognosi non solo riservata ma anche riservatissima: gli inquirenti indagano, muovono le acque, il limpido amore tra Clem e Parmiroli si fa torbido, nulla è più come sembra.

Guglielmo Zucconi ha fatto delle false apparenze la costante del libro, dove i playboy finiscono per farsi male al cuore, le prostitute soffrono pene d’amore, i chierichetti non servono Dio ma inseguono la rivoluzione, le brave ragazze non solo vendono stoffe ma lasciano punti, punti con cicatrici. La smortina è un libro fatto bene, scritto con maestria, dove l’erotismo è di quelli che intrigano, perché lascia immaginare senza mostrare e quando mostra, come nel caso dell’omicidio, non fornisce molti elementi utili alla decifrazione del mistero. Una parte importante della trama è basata sulla decifrazione di un anagramma, che come spesso succede fornisce più di una risposta, apre tante strade, quasi infinite. La smortina è così, sia che si parli della protagonista che dell’intero libro, una serie di doppi sensi, che conducono porta dopo porta alla parola fine. Tante parole, un po’ come il rumore di fondo del pettegolezzo cittadino, che tutto dice sottovoce, al quale ci si abitua, anche quando parla di noi.

La smortina è un romanzo multicolore, un po’ rosa, nero e giallo, quasi come l’autore, che era giornalista, scrittore, politico e anche altro. Non so come etichettarlo, lo infilerò nei non classificabili, per non sbagliare. Alla prima edizione del 1984 ne fece seguito una per Euroclub, nel 1989. Preferisco la prima, le copertine dell’editore Camunia erano sempre intriganti, a differenza di quelle Euroclub, sicuramente più dozzinali.

Scheda del libro

  • Titolo: La smortina
  • Collana: Fantasia e memoria
  • Autore: Guglielmo Zucconi
  • Pagine: 211
  • Editore: Camunia
  • Anno: 1984
  • Anobii: scheda del libro

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