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Esperimento donna, di Gilda Musa

Lunedì, 11 Novembre 2013

La collana di fantascienza «Presenze del futuro», inaugurata dall'editore Giovanni De Vecchi nel 1979, non ebbe successo e s'interruppe nello stesso anno dopo tre sole uscite, dunque merita la simpatia, la solidarietà e l'omaggio che è giusto tributare ai bei progetti naufragati. I tre titoli sono: Fronte del Sole di Peter e Caterina Kolosimo (contenente il romanzo breve di Peter che dà il titolo al volume e alcuni racconti di Caterina); Eclissi 2000 di Lino Aldani (anche questo con l'aggiunta di racconti) ed Esperimento donna di Gilda Musa.

Gilda Musa (1926-1999), con quel nome che sembra uno pseudonimo ma non lo è, era una donna minuta ma «irruenta, sicura di sé, assertiva»1, studiosa di poesia tedesca, poetessa a sua volta e scrittrice di fantascienza. A chi le chiedeva come queste due anime apparentemente così diverse potessero convivere rispondeva, con una dichiarazione di onestà intellettuale, che basta essere «uno scrittore di buona volontà, accettando il rischio di apparire fuori dal proprio tempo, proprio perché si è dentro lo spirito del tempo»2.
Un'affermazione lucida che si adatta perfettamente a descrivere Esperimento donna. La «buona volontà» si riconosce nell'intento di dare alla fantascienza la veste nobile di uno stile ricercato e sorvegliato, in cui si svela la poetessa e studiosa di letteratura "alta". La ricercatezza è soprattutto lessicale, con l'uso di parole non scontate, che però a volte fioriscono qua e là in modo incongruo, con risultati estetici altalenanti.
Il «rischio di apparire fuori dal proprio tempo, proprio perché si è dentro lo spirito del tempo» è nella tematica apertamente "femminista", in realtà più sottilmente e ampiamente "umanistica".
Il biologo Manfred, l'ingegnere Valdemaro e l'androide Untertan (ovvero il "Suddito" in lingua tedesca, con un sapore di regime che avrà la sua importanza nello svolgimento della trama) fanno naufragio su un pianeta i cui abitanti sono dei primitivi perennemente felici perché privi di emozioni: nei loro geni, infatti, il biologo individua la "Costante Apatia". Quando Manfred si innamora della bella Vila-Vila cominciano i guai: se ne innamora per la sua meravigliosa, accondiscendente semplicità, però vorrebbe renderla umana, e a sua volta innamorata di lui, così tenta su di lei un esperimento destinato ovviamente a esiti nefasti.

Che cos'è "umano"? è la domanda sottesa ad alcune tra le più belle storie di fantascienza, perché il robot e l'alieno non sono altro che proiezioni immaginarie create allo scopo di svelare il mistero dell'Uomo per contrapposizione e negazione, vista la difficoltà di una definizione positiva (un po' come le teologie negative fanno con Dio). La "Costante Apatia" rende questi alieni felici, solidali, membri di una comunità di pari in cui nessuno desidera comandare; non amano e non sono gelosi, si accoppiano liberamente e con grande soddisfazione, non uccidono gli animali, tantomeno i loro simili; accettano la morte con serenità confuciana. E le parti più riuscite del romanzo sono quelle in cui siamo portati ad assumere il loro punto di vista.
Esperimento donna deriva per espansione dal racconto Su Libria: sesso senza amore pubblicato nell'antologia Fantasesso (Feltrinelli, 1967). Nel volume Esperimento donna si trovano anche alcuni interessanti racconti: il più bello, Mascherature parallele (un'altra riflessione sul tema "umano è..."), si può leggere qui per gentile concessione di Inisero Cremaschi, il marito di Gilda (e merita davvero, quindi: buona lettura!).

  1. La citazione è dal bellissimo ritratto dedicato a Gilda Musa da Vittorio Curtoni: http://www.fantascienza.com/catalogo/volumi/NILF109603/la-terza-forza
  2. http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/27/GILDA_MUSA_TRA_POESIA_FANTASCIENZA_co_0_9902272704.shtml

Scheda del libro

  • Titolo: Esperimento donna
  • Collana: Presenze del Futuro, N.3
  • Autore: Gilda Musa
  • Pagine: 192
  • Editore: Giovanni De Vecchi Editore
  • Anno: 1979