L’antipolitica come nuova ideologia di arretramento di un Paese che fatica ad agganciare i parametri europei e improvvisamente sente di aver imboccato una china discendente in un’economia sempre più globalizzata. Gli anni dal ’96 al ’98 sembrano improntati a un cauto ottimismo, con governi di centro sinistra capaci di portare un riassetto finanziario, necessario per entrare nell’unione economica e monetaria europea. Poi il governo Prodi entrò in crisi, ci fu il ritorno dello spettro delle Br, la guerra in Kosovo con l’esecutivo guidato per la prima volta da un ex comunista che partecipava a una missione Nato per bombardare un ex Stato socialista. Questa la grande Storia. Quella piccola che mi interessa comincia altrove e parla di diavoli. Nel gennaio del ’96, a Bologna, Marco Dimitri, fondatore dell’associazione culturale Bambini di Satana, finisce sotto accusa per violenze ai danni di una minorenne (tesserata dell’associazione) durante una messa nera. Dimitri (ex guardia giurata, appassionato di esoterismo e ufologia fin dai primi anni ’80) finirà in galera insieme ad un altro membro dell’associazione, esposto alla solita gogna mediatica. Dopo pochi mesi si aggiungerà anche l’accusa di aver abusato di un bambino, mettendolo dentro una bara col cadavere di una donna. Dopo un anno di ingiusta detenzione, di soprusi in galera, tentativi di suicidio e depressione, finirà assolto da ogni accusa, semplicemente perché il fatto non sussiste. Dimitri otterrà anche un ingente risarcimento in denaro da parte dello Stato.
La vicenda di Marco Dimitri è nota e ben documentata. Ciò che mi colpisce è la caccia alle streghe di cui Dimitri (e non solo lui) finisce vittima. I primi anni ’90 si erano aperti in un clima di grande incertezza. Come dicevo la prima Repubblica stava agonizzando e sarebbe finita tra sputi, monetine, arresti e tritolo mafioso; tuttavia il Parlamento italiano trovò il tempo di imbastire un’ignobile accusa contro la violenza di certi fumetti horror di allora. La casa editrice Acme chiuse bottega, la testata Dylan Dog del sempre prudente Sergio Bonelli smise di calcare la mano e si adeguò alla censura, non prima di aver lasciato una testimonianza memorabile del periodo nel n. 69 dell’indagatore dell’incubo intitolato proprio Caccia alle streghe. In effetti in quel ’96 dell’Italia lunare indagata molti anni dopo da Fabio Camilletti non restava nulla.
Il cinema (così come la cultura italiana degli anni ’60 e ’70) era morto e sepolto coi suoi protagonisti. Fulci moriva quell’anno, seguito a breve da altri maestri artigiani di un cinema irripetibile. I fumetti porno/gotici/erotici di Renzo Barbieri ed epigoni, i fotoromanzi, i cineromanzi, le imprese editoriali di gente come Adelina Tattilo e Saro Balsamo, le collane da edicola come i KKK o i Racconti di Dracula, scrittori come Buzzati, Soldati, Carpi, Zapponi e ancora Gustavo Rol, Inardi, Talamonti, De Martino, Landolfi, persino un certo Pasolini, erano svaniti o in procinto di farlo. Dopo di loro un vuoto colmato soltanto da una lenta (ma inarrestabile) riscoperta che avrebbe riempito gli anni a venire. La rivista Nocturno (e non solo) cominciava in quegli anni il suo lavoro di scavo, invadendo le edicole prima con VHS, poi dvd di quel cinema horror, gotico, fantastico, thrilling ed erotico di venti e trent’anni prima. La mia generazione poteva finalmente vedere e assaporare ciò che era stato fatto in anni in cui l’Italia era un paese moderno e vitale, scoprire pellicole, nomi e autori di cui aveva sentito parlare soltanto nei libriccini allegati agli speciali estivi dei Dylan Dog o in poche altre riviste specializzate vendute in librerie o videoteche particolari.
In quel silenzio culturale, la vicenda di Marco Dimitri sembrò riportare brevemente sulle pagine di cronaca dei giornali fatti e situazioni che solo pochi anni prima avrebbero avuto una collocazione squisitamente culturale o folkloristica, come l’Italia magica di Pitigrilli, Ernesto Bozzano, dei temi parapsicologici della Domenica del Corriere. Dimitri era un pacifico ragazzo imbevuto di un satanismo che non faceva altro che pescare nel calderone di quello contemporaneo inventato da un bizzarro imprenditore come Anton La Vey ed estetizzato da un regista geniale come Kenneth Anger. Il satanismo americano degli anni ’60 avrà molti riflessi da noi in Italia, riverberandosi in pellicole, fumetti, fotoromanzi, saggi in cui l’esoterismo, la filosofia nichilista e la cronaca (con l’icona pop di Charlie Manson) finivano per mescolarsi in modi cialtroneschi e originali, contagiando anche eventi della storia all’apparenza lontanissimi (la fantomatica seduta spiritica a cui partecipa il prof. Prodi durante il sequestro di Aldo Moro). The Family, Helter Skelter saranno la prima criminalizzazione di un fenomeno che avrà grade eco in America negli anni ’80, dove il revival esoterico sarà soltanto la scusa per una moderna forma di caccia alle streghe, dove le fantasie di complotto troveranno nuove modalità di persecuzione. Per tornare alla seconda metà degli anni ’90, dopo il caso di Marco Dimitri a Bologna, avrà grande eco l’arresto in Belgio di una figura come Marc Dutroux, stupratore aguzzino di alcune ragazzine. Dutroux, così come prima Manson, fomenterà la furia giustizialista di un’Italia appena uscita da Mani Pulite e porterà alla creazione di nuovi mostri da scovare. Poco dopo i diavoli riappariranno nella Bassa modenese, con accuse a raffica (anche qui bare, bamboline, cimiteri, persone mascherate in una sarabanda degna di qualche carnival scritto da uno dei pennivendoli dei Racconti di Dracula) a un sacerdote e ad alcune famiglie. Sarà un’altra gogna mediatica che occuperà tutto il ’97 e il ’98 e si concluderà, dopo moltissime sofferenze e bambini sottratti dalle famiglie, con l’assoluzione di buona parte degli imputati.
Nel 1995 ha inizio la vicenda di Sagliano Micca (Biella): due bambini che accusano il padre, la zia paterna e i nonni paterni di cose indicibili: orge in famiglia, sesso incestuoso, si parla addirittura di botole sotto il letto, passaggi segreti nella casa dei nonni connessi con oscuri sotterranei oltretombali. Gli accusati non riusciranno a reggere alla vergogna e si suicideranno tutti insieme soffocandosi col monossido in un garage. Naturalmente di quanto affermato dai minori non verrà trovato nulla. Marco Dimitri, nonostante la sofferenza, sarà quello che ne uscirà vivo. Chi proverà a difenderlo verrà risucchiato nel tritacarne: il collettivo Luther Blissett scriverà a caldo un libro per difendere Dimitri dal linciaggio operato contro di lui da pubblici ministeri e giornali; alla fine il libro (edito per Castelvecchi) verrà ritirato e le copie condannate al macero! Ciò che mi colpisce - ed è il motivo per cui vergo e chiudo queste righe - è come una certa cultura del meraviglioso (cultura che aveva nutrito una vena ancora oggi ingiustamente considerata minoritaria della nostra letteratura), dopo i fasti degli anni ’60 e ’70 e dopo la dissoluzione e le censure dei primi anni ’90, riappaia sotto forma di persecuzione giudiziaria nei confronti di figure marginali come quella di Marco Dimitri, colpevole agli occhi dei più di aver continuato a coltivare tra le quattro mura del sua appartamento bolognese la fascinazione dell’irrazionale. Negli anni ’70 un borghese come Rol poteva giocare con la magia (vera o presunta) e affascinare la Torino bene, divertire giornalisti, scrittori, registi, industriali e attori. Nei ’70 l’occulto era ancora insomma una materia culturale, buona per qualche pezzo giornalistico, qualche libro sul tema o approfondimenti televisivi. Tra Rol e Dimitri si crea un abisso, il medesimo che separa gli anni ’60 e ’70 dai decenni successivi.
Scopro per caso, proprio mentre scrivo queste righe, come il caso di Marco Dimitri sia molto simile a quello che è accaduto a Damien Echols. Il 5 maggio del ’93 a West Memphis nell’Arkansas scomparvero tre bambini di otto anni, ritrovati il giorno seguente in un canale di scolo in un appezzamento boschivo. I bimbi erano nudi, coi polsi e le caviglie legate con le stringhe delle loro scarpe. Presentavano molti lividi, abrasioni e uno di loro aveva il viso sfigurato, lo scroto rimosso e il pene scuoiato. Nella cittadina si diffuse subito la convinzione di un crimine legato a qualche culto satanico. La paura della gente si alimentò in modo irrazionale, visto che sulla scena del crimine non venne mai rinvenuto qualcosa che potesse far pensare ai delitti di una setta. Purtroppo la scarsa capacità degli investigatori e la fretta nel voler chiudere le indagini fecero il resto: i colpevoli vennero modellati su alcuni adolescenti locali; uno in particolare, Damien Echols era interessato (come Marco Dimitri) all’occulto, leggeva libri horror, ascoltava musica metal, vestiva di nero. Damien era un adolescente che non si conformava a una comunità bacchettona e ipocrita come quella in cui viveva, piena di Chiese di Dio, predicatori vaticinanti, baracche, parcheggi desolati per roulotte, ignoranza, antidepressivi e invidia. Come scrive lo stesso Echols: “Alla gente di West Memphis e posti simili non piace nulla che salti all’occhio, comprese l’intelligenza e la bellezza. Se una donna è abbastanza in gamba da curare il suo corpo per non diventare un mucchio di carne asessuato nel corso degli anni, dalle altre non otterrà che occhiate cariche d’odio. La guarderanno male mentre si servono ancora una porzione di braciole di maiale fritte e focaccia. Se un uomo è un po’ troppo intelligente per i gusti di quelli del posto, si ritroverà ben presto ostracizzato. Molto spesso i locali non possiedono neanche l’autodisciplina o il rispetto di sé necessari a migliorarsi, e disprezzano chiunque li abbia perché li fa sentire meschini e inadeguati. A meno che tu non voglia diventare il bersaglio del risentimento, devi tenere la testa bassa e trascinare i piedi insieme al resto del gregge. E la cosa meno tollerata di tutte è la magia. Ogni traccia di magia o di meraviglia deve essere soffocata sul nascere, a ogni costo1”.
Echols, Jason Baldwin e Jessie Misskelley furono condannati sulla base di un panico satanico, sospetti e dicerie. Misskelley fu costretto a una confessione palesemente incoerente, ottenuta tramite la coercizione degli investigatori, incuranti delle difficoltà mentali del ragazzo. Il resto fu un carosello deplorevole che ci dice molto sullo stato di salute della giustizia penale americana (e non): una cameriera di un autogrill, tale Vicki Hutcheson, la quale, in cambio di un probabile aiuto nel mettere a tacere un suo coinvolgimento in una truffa con delle carte di credito, propose agli inquirenti la testimonianza del figlio di otto anni, Aron, il quale inventa accuse incoerenti e poi ritratta tutto; un sedicente esperto di satanismo che al processo terrà banco contro i tre accusati, salvo poi scoprirsi essersi laureato per corrispondenza in un ateneo non accreditato considerato una fabbrica di diplomi che poi verrà chiuso per frode; un capello ritrovato per davvero sulla scena del crimine, riconducibile al patrigno di uno dei tre bambini uccisi, un tale Terry Hobbs che proprio il giorno in cui i bambini erano spariti, poche ore prima del loro ritrovamento, era stato visto da alcuni vicini in compagnia delle vittime. Dei tre ragazzi accusati non fu trovato niente che potesse collegarli (a livello biologico) sulla scena del crimine, eppure vennero condannati, col solo Echols a finire nel braccio della morte. Nel 2011, per via di un accordo legale, i tre sono stati rilasciati, pur rimanendo giuridicamente colpevoli della morte dei tre bambini. La vicenda di Echols ha molti punti in comune con quella di Dimitri. Nella seconda non c’è stato alcun crimine, mentre nell’Arkansas il panico sgorgava da un crimine reale, perpetrato da ignoti rimasti impuniti. Tuttavia Echols, come Dimitri, è un emarginato sociale, costretto a una vita di stenti e fatiche, un adolescente arrabbiato che deve sopravvivere nella sconfinata provincia americana senza una famiglia alle spalle che possa aiutarlo, comprenderlo e guidarlo. L’interesse per l’irrazionale e la magia diventano per entrambi una via di fuga, l’unica possibile per poter immaginare altre vite possibili.
- Damien Echols, Il buio dietro di me, Einaudi 2013..