Stiamo parlando di Strega Nuda e de Il mio letto è una bara, due romanzi brevi concepiti per fare la propria "porca" figura nelle italiche edicole: copertine ammiccanti, autori anglofoni o pseudo tali, una spruzzatina di turbamento e di vizio, facilità di lettura e costo contenuto. Non deve sorprendere questa discesa di De' Rossignoli nella letteratura "bassa", poiché sapeva confrontarsi con qualsiasi genere della letteratura popolare e tutto aiutava a far quadrare il bilancio familiare, concedendogli ogni tanto di dedicarsi a cose diverse, in cui poter mettere, letteralmente, il proprio nome. Personalmente credo che Emilio si divertisse anche, nello scrivere questi testi: lo dimostrano il numero di romanzi analoghi dati alle stampe in quel periodo, con una molteplicità di pseudonimi e idee da lasciare a bocca aperta, oltre che confondere. Basti dire che il nostro raccontava con piacere che in un'inchiesta pubblicata su Il Mondo, all'epoca diretto da Mario Pannunzio, dedicata alla violenza eccessiva del poliziesco americano, veniva riportata a mo' d'esempio una mezza dozzina di brani tratti dalle sue opere1.
De' Rossignoli era un burlone, di questo abbiamo già parlato, per cui non deve sorprendere il fatto che si divertisse a confondere le acque, a prendere per i fondelli i propri lettori: Il mio letto è una bara viene "venduto" come edizione italiana di un romanzo chiamato Lilith, tradotto per l'occasione da Giorgio Guglieri, che i lettori di Mattatoio n.5 hanno già incontrato sulla propria strada. E neppure il nome di Lilith dovrebbe giungere del tutto nuovo, se vi piacciono i vampiri e credete nella loro esistenza. Già, perché Emilio trovò pure l'occasione per recensire se stesso, sempre in forma di trickster: a pagina 297 di Io credo nei Vampiri, sia nell'edizione Luciano Ferriani Editore (1961) che in quella Gargoyle (2009), il nostro si diverte a parlarci di una donna vampiro che vive a Praga e che è l'eroina positiva di un libercolo chiamato Lilith, scritto da Jarma Lewis...
Diamo quindi il benvenuto ad Emilio De' Rossignoli tra i redattori di Mattatoio n.5, lasciando che sia lui stesso a presentarci Il mio letto è una bara:
«Lilith è una donna vampiro che vive a Praga, ai tempi nostri. È un personaggio unico nella letteratura vampiresca, poiché è un'eroina positiva.
Lilith morde solo per poter continuare a vivere, mai più di due volte, poiché sa che la vittima "succhiata" per la terza volta entra nella Stirpe. Ma Lilith ha colleghi meno corretti e contro di essi combatte, per far rispettare il codice della specie. Lilith deve battersi su due fronti, dato che ha contro anche un vecchio medico, un vampirovich, che ha il potere di identificare i brucòlachi. Le avventure di Lilith sono molte e portano anche, nel corso di una battaglia tra le forze dell'ordine e vampiri, attirati in un tranello, a salvare la sua razza, invocando la Guardia Nera della Stirpe, i pipistrelli. Ma una notte, Lilith sarà violentata da un bruto, che pagherà con la vita il suo gesto. Conscia di avere in sé un seme maledetto, un futuro vampirovich, Lilith chiede di morire. Perirà nel crollo delle catacombe, dove si rifugia ogni notte, in una frana di morti, mentre il raggio del sole la trasformerà in polvere.
È un bel romanzo, che rispetta le regole della leggenda. Vi trova posto anche un'idea ardita: la gerarchia dei vampiri. Lilith sarebbe la numero Due. A capo della Stirpe, eterno, è Ahasvérus, l'Ebreo Errante.
Lilith è una figura umanissima e assai simpatica; forse segna l'inizio di un ciclo nuovo della letteratura vamiresca, quello della pietà per i mostri.
La Venere d'Ille, Clarimonde, Faustina non sono che ricordi: Lilith è il vampiro nuovo, che affronta con onestà e onore il peso della maledizione. La sua legge è diversa, anche se discende dai terrori antichi.
In un certo senso, Lilith esce dalla leggenda proprio mentre Neville vi entra. L'uomo è diventato atroce. Il vampiro è diventato umano.»
Riprendo le redini dell'articolo, sorpreso quanto voi dalle parole di Emilio: chi avrebbe mai pensato che un presunto romanzetto veloce, scritto per essere letto senza molto impegno, potesse rivelarsi così profondo e controcorrente? Faccio mie le parole del giornalista Matteo Sacchi, uno dei pochi a scrivere in tempi recenti parole di elogio per De' Rossignoli2: «I cultori del genere si stupiranno che sia rimasto ignorato per così tanto tempo. E, magari, verrà loro voglia di riscoprire anche i romanzi e gli articoli di de Rossignoli, uno di quegli scrittori di nicchia a cui il tempo, e il pregiudizio, hanno fatto troppi torti».
Da tempo, lo sapete, è proprio quello che cerchiamo di fare. Per cui rinnoviamo l'invito a recuperare questi piccoli capolavori, a cominciare magari proprio da Jarma Lewis e Lilith...
- Giancarlo Pellegrin, Emilio de' Rossignoli il conte vampirologo su «La nuova Voce Giuliana» del 16 luglio 2011.
- Matteo Sacchi, Tutto sul rarissimo «vampiro italico» su «Il Giornale» del 10 luglio 2007.