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Birdy, di William Wharton

Sabato, 06 Maggio 2023

Anche gli Euroclub riservano gradite sorprese. Parlo naturalmente di libri che possono risultare interessanti per le tematiche che trattiamo su questo sito. In particolare, il romanzo Birdy dello scrittore statunitense William Wharton, nome d’arte del pittore Albert du Aime, restituisce al lettore tutti gli “orrori” che una guerra può lasciare nella mente di un uomo.

Il libro racconta la storia di un reduce della seconda Guerra mondiale, che a causa delle ferite riportate al volto viene spedito a Fort Dix, un ospedale psichiatrico militare, perché possa trovarvi conforto. Al Columbato, questo il suo nome, ritrova Birdy, un caro amico d’infanzia chiamato così per la passione per gli uccelli e il volo. Ricoverato a causa dei gravi traumi psichici riportati nel corso del conflitto bellico, Birdy è affetto da schizofrenia e da gravi traumi mentali: non parla, si accovaccia e deve essere nutrito come un uccellino. Ha il tipico “sguardo a mille iarde”, comune a tutte le vittime traumatizzate dalla guerra. Lo psichiatra che li ha in cura spera che la vicinanza tra i due uomini possa essere loro d’aiuto, nel tenere a bada ognuno i propri demoni.

Al Columbato cerca di instaurare un rapporto, un dialogo con il vecchio amico, caduto nell’apatia e nel mutismo più totale. Per farlo, torna con i ricordi alla loro adolescenza, passata in un quartiere popolare di Philadelphia. Il romanzo è in buona parte il frutto di queste memorie, che accompagnano il lettore pagina dopo pagina. 

Due ragazzi, molto diversi tra loro, passano molto tempo assieme. Se Al è atletico e naturalmente portato alle ragazze, Birdy è l’esatto contrario. Sono una coppia che potremmo definire male assortita, eppure l’interesse per i volatili li accomuna, anche se in maniera diversa. Per il primo è una cosa come tante, tra le tante, per il secondo è l’esatto contrario:  passa il suo tempo ad allevare uccelli, a desiderare di poter volare, a voler essere lui stesso uno di loro. Si innamora di una canarina, Petra, e immagina ogni notte di essere il suo compagno. 

Le relazioni che Birdy ha instaurato con gli uccelli e il tentativo di reinterpretare il tutto, in una chiave diversa dal tipico rapporto tra umani e canarini, diventano l’elemento centrale di quel periodo e del romanzo stesso.  I progetti del ragazzo sono destinati a fallire, mai riuscirà a volare, mai a trasformarsi in un uccello. Mai. Purtroppo il suo impegno, al limite del tragicomico, lascerà naturalmente anche dei segni sulla psiche di un adolescente palesemente incapace di avere a che fare con gli altri. La vicenda di Birdy è incentrata sulla tensione creatasi fra le sue due anime, sull’incapacità ad essere completamente uomo e sull’impossibilità ad essere animale. 

Come accennato, il ruolo di Columbato è quello di aiutare Birdy, di riportarlo alla realtà. Wharton compie un ottimo lavoro, alternando ricostruzione, introspezione e dialogo, sia interno che tra i due amici. Ne usciranno patemi e sofferenze, nonché alcune considerazioni sulla guerra e gli uomini: “Perché gettarsi inutilmente davanti a cannoni, mine e mitragliatrici?”

Dopo le mie parole, penso sia naturale pensare al romanzo come a qualcosa di complesso. Sbagliato, il libro pur toccando tantissime cose, dalla guerra alla follia, senza dimenticare l’amicizia, la sessualità e l’educazione, si legge con piacere e senza tentennamenti di sorta. La storia prende il via in una maniera che potrei definire quasi “buffa”, una sorta di racconto sull’amicizia che sembra un omaggio a quel periodo della vita - l’adolescenza, in cui è ancora possibile fare dei progetti e dei sogni Sogni che lentamente si trasformano, più vicino agli incubi che ad altro. Ne esce un libro che è al tempo stesso surreale, ma anche ridicolo, pur avendo a che fare con la guerra e la mente umana. Una dicotomia che troviamo anche nel finale, che mi piace pensare aperto. Non aggiungo altro, per non rovinarlo, anche se ne esce un’unica indicazione chiara: Birdy aiuta Al e viceversa, in un modo che nessun psichiatra potrebbe fare. 

Nel dipanarsi della trama del libro, c’è anche un po’ di autobiografia di William Wharton, il quale fu ferito nel corso della seconda Guerra mondiale e che da adolescente amava catturare canarini, per poi allevarli. Dei 250 da lui "imprigionati", ha raccontato, neppure uno fu però ucciso. Birdy è stato il suo romanzo d’esordio, capace di vincere il National Book Award degli Stati Uniti nella categoria "Primo romanzo" e di essere tra i finalisti del Pulitzer nel 1980, anno nel quale vinse Il canto del boia di Norman Mailer.

Curiosità personale, dovuta ad una recentissima rilettura di Moby Dick. Verso il finale di Birdy, Wharton "si perde” in una lunga spiegazione sull’allevamento dei canarini, che in qualche modo ricorda le divagazioni sulle balene, che si trovano nel romanzo di Herman Melville. Al netto di questo, che può piacere o meno, Birdy mi è ha intrigato non poco, per il modo in cui l'autore l'ha costruito: inusuale e concreto al tempo stesso, mentale e carnale, ambiguo e oltremodo tecnico, una miscela esplosiva che ricorda sia la guerra che l'amicizia.

Scheda del libro

  • Titolo: Birdy
  • Collana: Narrativa
  • Autore: William Wharton
  • Editore: Euroclub
  • Anno: 1980