Anna Banti è una grande signora, non solo della letteratura, ma della cultura tout court del Novecento. I suoi vasti interessi e la sua poliedrica personalità ne fanno un'intellettuale difficilmente inquadrabile in una rigida classificazione. È stata infatti non solo scrittrice ma anche storica dell'arte, critica letteraria, teatrale e cinematografica. Si occupò anche di traduzioni per Mondadori, prima per Vanity Fair di William Makepeace Thackeray e poi per Jacob’s room di Virginia Woolf. Oltre alla numerosa produzione saggistica apparsa sulla rivista Paragone, da lei fondata nel 1949 col marito Roberto Longhi, è stata autrice di sette raccolte di racconti e di nove romanzi. Prima di parlare di uno di questi, La camicia bruciata, mi preme tracciarne un profilo biografico.