Morta alle 20:25 del 26 Luglio del 1952, presso la residenza presidenziale a Buenos Aires, la giovane Evita fu stroncata da un tumore all'utero all'età di 32 anni. Pedro Ara fu incaricato da Juan Peròn in persona ad eseguire l'imbalsamazione del corpo di Evita, con il solo scopo di preservare l'aura di immortalità che circondava la first lady argentina. Il tutto ovviamente contro la volontà della stessa Evita, la quale aveva respinto fortemente ogni tipo di proposta in tal senso.
Evita conosceva da tempo il Dott. Ara, famoso soprattutto per i suoi lavori da anatomista imbalsamatore, il quale, fra le tante cose, vantava anche di aver partecipato al gruppo di imbalsamazione del corpo di Lenin a Mosca.
Questo libro, oggi sostanzialmente introvabile, fu pubblicato nel 1974 dopo la morte dell'autore a cura della casa editrice CVS Edicciones di Madrid, Spagna e con la supervisione della moglie di Pedro Ara.
La prima cosa che salta all'occhio ad un lettore che conosce (più o meno) le vicende occorse dopo la morte di Evita, è che il testo sembra essere più un memoriale scritto, molto puntuale e "gotico", atto a scongiurare qualsiasi tipo di accusa nei confronti dell'autore.
Certo, alcune operazioni descritte nel libro destano dei forti sospetti "tecnici" nei confronti di Ara, e probabilmente questo fu il motivo che lo portò a non pubblicare mai personalmente il memoriale.
Macabro, in alcuni passaggi, malinconico e sontuoso in altri, rimane scritto in uno spagnolo quasi ottocentesco, con ridondanze (stucchevoli) ma dettagli interessantissimi sui personaggi dell'epoca e sulle scelte intraprese dal dittatore argentino nei confronti del corpo della moglie. Il libro abbraccia tutto il periodo fra il luglio del 1952 e il 1956, dove il corpo viene consegnato al Dott. Ara con lo scopo di procedere all'imbalsamazione. Ara si rinchiude nello studio allestito per lui all'interno della CGT, il sindacato dei lavoratori. Il risultato finale è strabiliante, un corpo perfetto. Sul libro però è presente una foto dove il Dott. Ara è insieme ad uno scultore di fama, Simò Torrò, davanti al corpo di Evita. 16 anni dopo il corpo, che nel frattempo era stato sepolto sotto falso nome a Milano, viene rispedito in Spagna e successivamente in Argentina, dove un altro medico effettuerà un'autopsia dove dichiarerà che "il corpo è sostanzialmente una statua di cera e vinile, e alla base c'è uno scheletro umano femminile". In seguito dichiarerà ai giornali che "La salma esposta alla Recoleta nelle fotografie si tratta di una copia e non del corpo vero".
Il mistero della salma di Evita Peròn potrebbe essere ancora irrisolto... e forse la chiave di lettura di questo libro non è ancora stata decifrata.