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Un’antologia dalla vita editoriale travagliata, e più volte “abortita”: così la definisce il Curatore, l’ottimo G. Lippi, nella Storia di un’antologia pubblicata in appendice al volume. La raccolta costituisce di fatto la seconda parte de Il meglio dei racconti dell’orrore di R. Bloch, il cui primo tomo era uscito nel 1990 nella defunta (il termine ci sembra quanto mai appropriato) collana «Oscar horror». Benché l’edizione originale fosse divisa in tre volumi (vol. I: The selected stories of R. Bloch, vol. II: Bitter Ends, vol. III: Last Rites), quella italiana, nelle intenzioni del Curatore, «si sarebbe articolata in due grossi volumi piuttosto che in tre di formato medio» (p. 389) per evitare eccessive frammentazioni.