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Intervista a Paolo Grugni, in occasione della riedizione di Darkland

Giovedì, 26 Gennaio 2023

In occasione del Giorno della Memoria 2023, parliamo oggi con lo scrittore Paolo Grugni. In questi giorni è stato ripubblicato un suo romanzo dal titolo Darkland. I motivi del collegamento con la ricorrenza sorta per commemorare le vittime dell'Olocausto saranno più chiari leggendo l'intervista.

Max: Pura razza bastarda 1965-66-67, un libro del quale mi sono occupato io e che mi è proprio piaciuto. Vorrei partire da qui: è incredibile il lavoro di documentazione che hai affrontato. Ci puoi dire cosa c'è dietro?

Paolo: C'è dietro un progetto in 8 volumi (follia). L'obiettivo è quella di ricostruire la storia d'Italia dal 1965, anno che diede i via a quella che verrà chiamata "la strategia della tensione", fino al 1994, quando salì al potere Silvio Berlusconi e si realizzò il "Piano rinascita" della Loggia P2. La mia idea è di incrociare tutto con tutto: storia politica, sociale, mafia, P2, terrorismo, immigrazione dal Sud, emigrazione e tanto altro. Sto leggendo, non esagero, centinaia di libri. Un lavoro molto complesso. La mia paura è che possa sfuggire qualche dettaglio.

M: Non sapevo proprio della tua idea di far uscire ben 8 volumi. Impressionante. Conoscendoti, sarà sicuramente un lavoro certosino e che richiederà molto tempo. Quando è previsto il secondo volume?

P: Il secondo volume uscirà dopo la metà del prossimo anno e sarà intitolato La speranza è la prima a morire 1968-69. Si arriverà fino a piazza Fontana. Lo anticipo: preparatevi a una grossa sorpresa! Non posso aggiungere altro.

M: Grazie dell'anticipazione, non vedo l'ora di leggerlo. Seguendoti da un po', so che nel corso del tempo hai pubblicato molti romanzi interessanti, afferenti spesso all'area del giallo. Come ti definiresti come scrittore?

P: Indipendente, perché nessuno mi dice cosa e come scriverlo. Politico, perché mi occupo soprattutto di storia e di dittature. Intollerante, perché sono contro le mode e l'imperante standardizzazione e mercificazione della narrativa. A tutto questo si aggiungono gli stilemi del giallo e del thriller. Che poi sono parte integrante della vita stessa.

M: Apro e chiudo una parentesi per Let it be, che a suo tempo lessi tutto d'un fiato. Come sai, sul nostro sito ci occupiamo molto di collane popolari. Ti ha dato soddisfazione uscire per il Giallo Mondadori?

P: Fu grazie a quella straordinaria persona di Alan D. Altieri, ovvero Sergio Altieri. Uomo di capacità, cultura e umanità superiori. Fu molto bello ritrovarsi in edicola, anche se non credo capiterà mai più. Però chi lo sa, mai dire mai.

M: Beh, noi te lo auguriamo vivamente. Restando in tema libri già scritti e pubblicati, quello tra i tuoi che reputi più strano in assoluto?

P: Senza dubbio Mondoserpente, una caccia all'assassino senza metodo d'indagine e con una struttura e un linguaggio molto innovativi. Non a caso è stato definito un antithriller. È un viaggio in una Milano pericolosa e perversa, una specie di incubo da cui è difficile uscire.

M: Ora che abbiamo capito meglio chi sei, resta un'ultima domanda, prima di parlare del presente: chi sono i tuoi autori preferiti?

P: Essendo un germanista, sono quasi tutti tedeschi: da Heinrich Boell a Guenter Grass. E poi, in ordine sparso: Harold Brodkey, José Saramago, Philip Roth, Norman Manea e tutto Charles Bukowski.

M: A proposito di germanista, so che abiti a Berlino. Cosa ti ha spinto fin laggiù?

P: Milano aveva già dato tutto quello che aveva da dare, quindi basta, mi aveva profondamente stancato. Era tempo di cambiare vita e ho scelto l'ex Berlino est anche per poter proseguire le mie ricerche sul comunismo, in particolare su quello della Germania ante caduta del Muro. Queste ricerche sono poi sfociate nel romanzo Il palazzo delle lacrime.

M: Un libro strano e bizzarro che consiglieresti ai lettori di Mattatoio n.5?

P: Direi Un angelo alla mia tavola di Janet Frame, una delle più grandi e originali scrittrici di tutti i tempi.

M: Grazie, vedrò sicuramente di procurarmelo. Così come è mia intenzione leggere il tuo ultimo romanzo: Darkland. Di cosa parla?

P: È un romanzo da leggere su due livelli. Uno è quello del thriller, con il tentativo di un gruppo neonazista di portare a compimento il progetto del Quarto Reich; l'altro è quello storico, mediante il quale di giunge a diverse considerazioni inedite su cosa sia stato veramente il nazismo. Si pensa di saperlo ma in realtà non è così. Vi avviso: si rimarrà sorpresi, ve lo garantisco.

M: Mi è capitato spesso di leggere che i tedeschi hanno un rapporto diverso con il loro passato e in particolare con il nazismo, rispetto a noi italiani. Da Berlino, come vedi la cosa?

P: In Italia, per esempio, il saluto romano è ampiamente tollerato. Qui in Germania no, si è passibili di arresto e la cosa vale anche per i turisti stranieri, non solo per i locali. Sono banditi anche tutti i simboli nazisti. La svastica è stata, per esempio, sostituita dal "sole nero". Cosa troppo lunga qui da spiegare e che invece è descritta molto bene su Darkland, per cui rimando gli interessati alle sue pagine.

M: Puoi farci una breve sintesi del libro? Pensi possa interessare un pubblico "diverso", come può essere il nostro, che predilige libri bizzarri e talvolta poco commerciali?

P: È la storia di alcune persone scomparse nella Foresta Nera. Una professore universitario e un un poliziotto in pensione indagano per ritrovarle. È un viaggio nel neonazismo, come pure un viaggio alla riscoperta del nazismo, di cos'è stato veramente. Si pensa di saperlo, ma spesso non è così. Vi assicuro, ne rimarrete sorpresi. Preparatevi alla verità. 

M: Mi dicevi in un'altra conversazione, che Darkland è uscito la prima volta nel 2005: come mai una ristampa a distanza di così tanto tempo?

P: Non è facile fare una ristampa, anche perché, al momento dell'uscita, c'è meno interesse rispetto a un libro inedito, Questa edizione è però più completa rispetto alla precedente, specialmente nelle note e nella cura.

M: Se non erro è cambiato anche l'editore. Come mai?

P: A mio avviso venne curata poco la distribuzione, il libro di fatto non circolò. Dovevo cambiare per forza editore, perché il romanzo meritava una seconda chance. Per cui, eccoci di nuovo qui :)

M: Visto che oggi è il giorno della memoria, pensi che Darkland, pur essendo un romanzo, possa in qualche modo tenere acceso un faro sugli avvenimenti legati al nazismo?

P: La casualità vuole che pochi giorni dopo l'uscita del libro sia sia verificato quanto c'è scritto dentro. E pure nella Foresta Nera! Bisogna vigilare sempre, le forze oscure sono sempre all'opera.