Horror

Qualche goccia del tuo sangue di Theodore Sturgeon

Lunedì, 08 Aprile 2024

Sono finalmente riuscito a procurarmi Qualche goccia del tuo sangue di Theodore Sturgeon, che da tempo avevo nella lista dei desideri di Anobii. Non che fosse impossibile acquistarlo, considerando le edizioni relativamente recenti pubblicate da Urania Horror e da Giano, ma non mi era ancora capitata l'occasione giusta. La settimana scorsa, al Libraccio di Mantova, una copia edita da Mondadori nel 1990, dallo scaffale ha cominciato a farmi l'occhiolino e così... eccomi qua.

Theodore Sturgeon viene "naturalmente" associato alla fantascienza, alla quale ha contribuito con almeno un capolavoro come Cristalli sognanti, che in Italia è nel catalogo di Adelphi, oltre a diverse altre opere. Tuttavia, la sua produzione ha spesso abbracciato territori che definirei più vasti, senza alcuna esitazione. Qualche goccia del tuo sangue è l'esempio perfetto di ciò che intendo; in questo libro, a mio avviso, lo scrittore americano ha superato i limiti dei generi letterari, affrontando temi complessi come la sessualità, il senso della vita, gli affetti e la cosiddetta normalità, argomenti raramente trattati in romanzi popolari come questo.

Nel 2016 Sandro Pergameno sulle pagine di Andromeda, affermava che " … l’amore, il tentativo di comunicare tra loro di due esseri viventi, lo scambiarsi emozioni vere e vive, tutti i loro sentimenti, ecco, questo tentativo è il soggetto unico e basilare dell’opera di Sturgeon". Anche Giuseppe Lippi, nella prefazione di Urania Horror, espresse un pensiero simile: "Un tema dominante della sua narrativa è quello dell'amore, sentimento strano e misterioso". Condivido pienamente le loro opinioni, che trovo molto pertinenti: in definitiva, Qualche goccia del tuo sangue non si configura tanto come un horror, quanto piuttosto come un grande romanzo d’amore. Se la Harper Collins decidesse di inserirlo in una collana di narrativa romance, non avrei nulla da obiettare.

Scritto originariamente nel 1956 e pubblicato per la prima volta nel 1960, Qualche goccia del tuo sangue presenta anche nella forma uno degli elementi di originalità che più lo contraddistinguono. La trama si sviluppa attraverso una susseguirsi di comunicazioni, memorie e trascrizioni raccolte in una carpetta contrassegnata come D.n.d. (Da non divulgare), che avvengono tra il Dottor Phil Outerbridge, psichiatra dell'esercito americano, e il suo superiore in grado. Il tema principale delle missive riguarda il soldato semplice George Smith, rinchiuso e dimenticato in un letto del reparto psichiatrico dell'ospedale militare, che l'esercito vuole rilasciare senza troppa pubblicità. Sebbene i motivi del suo internamento siano chiari, ci sono diversi "lati oscuri" che rendono tutto più complicato. 

Il ragazzo ha infatti colpito al volto, con un pugno, un ufficiale che lo stava interrogando. Una sua lettera, indirizzata all'amata, è stata intercettata e segnalata dalla censura per il suo contenuto. Tuttavia, nessuno conosce le parole esatte dell'epistola, poiché è andata perduta dopo che l'ufficiale è precipitato assieme all'aereo che lo trasportava. Il dottor Outerbridge si mette quindi al lavoro, consentendo al lettore di seguire gli sviluppi che riguardano l'intera vicenda. Di pagina in pagina, la storia si fa sempre più bizzarra e inquietante. La storia di George si sviluppa mescolando elementi personali, del romanzo epistolare, psicologico e del mistero, con sfumature tipiche dell'horror e del mistero. La prima metà del romanzo può essere considerata sostanzialmente un'autobiografia, dalla quale emergono dettagli sulla sua vita: si scopre che ha vissuto nell'indigenza, con un padre ubriacone e una madre cagionevole, spesso maltrattata dal marito.

Le giornate di George non sono certo facili, ma lui sembra accettarle con una sorta di fatalismo. Ci sono giorni in cui la tavola è vuota e altri in cui si avventura nei boschi, cercando di procurarsi del cibo, oltre che per sfuggire alle sfuriate del padre. La sua vita è così misera che quando viene mandato per due anni in una struttura per ragazzi problematici, a causa di un furto con scasso avvenuto poco dopo la morte della madre, si sente quasi sollevato: un letto pulito e tre pasti al giorno sono qualcosa che non aveva mai avuto prima. Nel frattempo, anche il padre muore e George decide di andare a vivere con gli zii, in un altro paese. A sedici anni, finalmente riesce a cambiare vita. Qui inizia a frequentare, all'insaputa di tutti, una vicina di casa di ventiquattro anni di nome Anna. Come lui, anche la ragazza non ha mai avuto una vita facile, si sente poco amata e l'aspetto fisico non l'aiuta. Nonostante le avversità, i due trovano conforto l'uno nell'altro e George si rende conto di quanto abbia bisogno di lei, soprattutto nei momenti di profonda solitudine. La svolta arriva quando Anna rimane incinta e George decide di arruolarsi nell'esercito americano, convinto che sia la decisione migliore. Tuttavia, le cose prendono una brutta piega: la lettera intercettata, il pugno, la reclusione e il suo oscuro passato che emerge, dando alla storia un finale... vampiresco!

Nella seconda parte del libro, l'evolversi della vicenda viene esplorato lettera dopo lettera da un punto di vista psichiatrico. Lentamente, il determinato dottor Outerbridge svela il  segreto che si nasconde dietro a tutta questa storia. Giunti a questo punto, è difficile proseguire senza rovinare il piacere della lettura del finale, anche se la natura horror del libro e la parola "vampiresco" usata prima, ne rivelano già fin troppo. Theodore Sturgeon ha a mio avviso scritto un "mezzo" capolavoro, riuscendo a dare al genere dei succhiasangue un'interpretazione del tutto nuova e originale, con riferimenti chiari al contesto storico nel quale il romanzo si dipana: William Masters e Virginia Johnson, la guerra in Corea, Havelock Ellis e gli studi sulla sessualità umana su tutti. Dico "mezzo", qui sopra, perché Sturgeon ci ha infilato qualche bizzarria delle sue, come quando si scopre che George Smith in realtà si chiama Bela, probabilmente in onore di Bela Lugosi. Un altro chiaro omaggio, mi pare essere quello rivolto a Bram Stoker e al suo Dracula, costruito anch'esso in forma epistolare e irraggiungibile classico vampiresco. 

Qualche goccia del tuo sangue è un inno alla vita, nonostante tutto, nonostante il contenuto della lettera che George, o Bela che dir si voglia, ha scritto ad Anna. Per certi versi mi ha ricordato, con i dovuti distinguo, Birdy di William Wharton, sia per le stranezze dei due protagonisti, ma anche per l'enfasi posta sul contesto militare, che tanti problemi ha provocato ad entrambi.

Scheda del libro

  • Titolo: Qualche goccia del tuo sangue
  • Collana: Oscar Horror, 9
  • Autore: Theodore Sturgeon
  • Traduttore: Rosalba Buccianti
  • Pagine: 160
  • Editore: Mondadori
  • Anno: 1990