"Non saprei spiegarle in modo razionale la rabbia che provoca in me un falsario... È lo sconvolgimento naturale del tempo che mi turba". Così si esprimeva Nino Filastò nel romanzo Incubo di signora, pubblicato nel 1990, il testo che avvia la riflessione dell'avvocato fiorentino sul tema del falso artistico. Al centro della vicenda si trova il personaggio - immaginario, ed è bene sottolinearlo, dato che, come vedremo in seguito, la realtà e la finzione hanno tra loro un confine sottile nelle opere dell'autore - di Angelica Degli Alberetti, marchesa decaduta, nipote di una mercante d'arte su cui si addensano sospetti di truffe e falsificazioni.
Ogni testo costruisce un cosmo narrativo, una visione del mondo. Opere appartenenti a un medesimo genere condividono una similare propensione filosofica nel delineare i tratti della realtà che la trama circoscrive. I gialli di matrice anglosassone ne sono un esempio. In generale, le opere riconducibili al genere giallo tratteggiano un cosmo ordinato, dominato dalle procedure rincuoranti, dalle attività umane positive e razionali; il delitto è un evento brutale che sconvolge l'equilibrio borghese, che è sano e rituale.