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Poco più di duecento pagine da leggere il più lentamente possibile e da ricominciare subito dal principio una volta arrivati alla fine, in un ciclo immersivo che diventa esercizio spirituale.
Il soldato Tamura stava di vedetta sul mio scaffale da un paio d'anni, comprato così, spinta da quell'attrazione che agli amanti di libri fa fare tanti acquisti sbagliati, ma che nel tempo si trasforma in infallibile istinto. Poi ho letto della presentazione a Venezia del film Nobi (Fuochi nella pianura) di Shinya Tsukamoto (consacrato dal dirompente Tetsuo, con le allucinanti trasformazioni della carne in metallo) e al primo pensiero ("Voglio vederlo!") ne è subito seguito un altro: "Il nome del protagonista, Tamura, mi ricorda qualcosa...". Ho pensato che potesse essere tratto da quel libro mai aperto ed è venuto il suo momento. Così, fatalmente, si inanellano le piccole, grandi gioie del cacciatore di bellezze nascoste.