Horror

La caccia del conte Zaroff

Domenica, 22 Dicembre 2013

Marzo 1970: sul numero 4 di Horror vengono resi noti i risultati del Referendum di gradimento relativo al numero 1 ed Emilio De' Rossignoli si classifica primo nella sua categoria con l'articolo Specchio, specchio delle mie brame... Esulto per la sua vittoria come se fosse una notizia di oggi.

Al secondo posto, un pezzo sui film di Frankenstein scritto da Forrest J. Ackerman, collezionista ed esperto di fantastico presentato così da Luigi Cozzi: «la sua casa a Beverly Hills è considerata il tempio del fantastico: vi sono raccolte decine di migliaia di pubblicazioni di ogni epoca e di ogni parte del mondo. Agente letterario, Ackerman dirige l'importante rivista Famous monsters e presenta alla televisione molti spettacoli del terrore». Una figura talmente mitica, Ackerman, da essere diventato anche personaggio di libri, per esempio del notevolissimo Nelle rovine della mente (Blown) di Philip José Farmer. Al terzo posto, un'intervista a Mario Bava di Alfredo Castelli e Tito Monego. Infine, la rubrica Horror Market, dove si presentava un film sperimentale (oggi raro, oltre che sconosciuto), pellicola d'esordio di Luigi Cozzi: Il tunnel sotto il mondo, tratto da un racconto di fantascienza di Frederik Pohl e sceneggiato da Castelli e Monego.

Sul primo numero di Horror, il Referendum tra i lettori veniva lanciato così e diventava anche l'occasione per presentare i redattori della rivista:

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Sul retro di questa bellissima pagina c'era la cartolina da ritagliare e spedire, che obbligava a «mutilare la rivista»:

cartolina-horror

Un «errore che non si ripeterà più: in questo numero la cartolina è sistemata in modo che, ritagliandola, non vada perso alcun disegno o testo», si scusa il clan di Horror nel numero 4, stampando una nuova cartolina fronte/retro sulle ultime due pagine.
L'attenzione e il rapporto diretto, praticamente personale, con i lettori è un tratto di grande finezza che si ritrova anche nelle pagine della posta:
«Gaetano Sorrentino - Napoli. I suoi giudizi e i suoi consigli li abbiamo accolti con gratitudine, ma essi sono esattamente all'opposto dei desideri dei nostri lettori, nonché del nostro programma editoriale»;
«Sergio Bonanno - Milano. Pier Carpi era convinto di aver fatto una porcheria con Beatrice e lei lo porta alle stelle. Era storicamente certo di aver scritto il suo capolavoro con O Roma o morte e lei parla di confusione. Eppure non ha parlato male di Garibaldi»;
«Dr. Tullio - Bologna. In Date a Cesare, la ragazza un po' spogliata aveva una sua precisa ragione di storia: senza di lei il complesso del professore non sarebbe stato posto nella giusta evidenza».
Per quanto riguarda i fumetti, i lettori di Horror ci appaiono oggi divisi tra "classicisti" e "sperimentali": la maggioranza preferisce un classico, I topi nel muro, una riduzione da Lovecraft (ma attenzione: all'epoca Lovecraft non era noto come lo è oggi) di Baratelli-Castelli con i disegni di Giovanni Cianti. L'eccentrico fumetto di Carpi, Il tempo è vicino, il mio preferito, si colloca con un piccolo scarto al secondo posto.
Sul n. 4 il conte Emilio si dedica a un fortunato "caso" editoriale con la consueta ampiezza e acutezza di analisi (e con un filo d'invidia...). E con una piccola imprecisione nel riportare la trama del racconto. Ma scoprirete tutto da soli, perché insieme all'articolo di Emilio potete ora leggervi anche quel raccontino, se non lo conoscete, e giudicare da voi (la scansione è tratta da un volumetto del 1990: Alfred Hitchcock, I maghi del brivido, supplemento al n. 5 di «Amica», trad. di Inisero Cremaschi e Claretta Fumagalli).