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Guida alle guide dell’Italia lunare. Le Dolomiti.

Lunedì, 16 Giugno 2014

Se vieni da nord, e se sei Goethe o Winfried Sebald, la visione del Garda è un preludio del Mediterraneo: limoni, glicini, il Pisanello e la Cappella degli Scrovegni, e forse l'intuizione remota delle rovine di Roma. Ma se vieni da sud, e hai imboccato l'autostrada del Brennero a Modena (e da lì a Berlino, dicevano Tondelli e Giovanni Lindo Ferretti, è un attimo), il giallino delle facciate delle case, la forma dei campanili e l'aroma di certi alberghi rischiano, a quell'altezza, di parlarti d'altro. In qualche modo impercettibile, sei entrato nella Mitteleuropa: quel corpo immenso, kaiserlich und königlich anche se il re-imperatore non c'è più da quel dì, che ancora nel 1925 il motociclista austriaco Ernst Ganauser andava cercando - immortalato nel film muto Der Kilometerfresser - da Bolzano alla Bosnia-Erzegovina, da Milano a Praga e Vienna, sulle macerie lasciate dalla prima guerra mondiale.

Per rimpiangere l'immortale Kakania ci sono i libri di Claudio Magris; ma per il flâneur dell'Italia lunare, che voglia accompagnare il thè sulla Passeggiata d'Inverno di Merano con letture meno scontate dell'usuale Joseph Roth in edizione Adelphi, Mattatoio propone alcuni consigli di lettura per esplorare le Dolomiti più segrete.

Il punto di partenza – difficile ma non impossibile da trovare, periziando con attenzione la Baia – è la Guida alle Alpi misteriose e fantastiche di Serge Bertino, pubblicata nel 1972 dall'immarcescibile Sugar nella serie ispirata alle guide dell'editore francese Tchou. Torinese, documentarista – lavorò per la RAI e collaborò con Jacques Cousteau – Bertino mette insieme un libro d'altri tempi, spesso come un Baedeker d'anteguerra e corredato da illustrazioni rigorosamente in bianco e nero: i misteri trattati non si limitano a quelli più ovvi – streghe, fantasmi, abbazie infestate – ma raccoglie curiosità, leggende e tradizioni popolari di ogni tipo, relative all'intero arco alpino.

Bertino Guida Alpi

Altra lettura obbligatoria sono le Dolomitensagen di Karl Felix Wolff: per chi non legge il tedesco, l'editore Cappelli di Bologna le ha raccolte, a partire dagli anni '60, in vari volumi. Il nome è deliziosamente italianizzato in "Carlo Felice", cosa di cui il pangermanista Karl Felix non sarebbe stato affatto lieto; i libri sono regolarmente ristampati e si trovano senza difficoltà anche nelle cartolibrerie delle cittadine turistiche, benché abbiano una grafica oltremodo kitsch. Val sempre la pena rileggere Wolff, autodidatta che partecipa alla Grande Guerra e vive – non senza traumi, come molti altri – il tracollo dell'Austria-Ungheria; delle sue fiabe, si dice che siano sì riprese dalla tradizione orale, ma anche ampiamente rielaborate dall'autore. Per chi vuole approfondire la questione esiste (in tedesco) un approfondito commento di Ulrike Kindl, che gli amanti dell'insolito ricorderanno come curatrice, negli anni '80, di alcuni splendidi volumi Mondadori (La montagna e le sue leggende, Il bosco e le sue leggende): gli altri potranno godersi la prosa elegante e letteraria di Wolff, che almeno in un caso – la narrazione del ciclo dei Fanes, pubblicata in L'anima delle Dolomiti – cesella una saga che non sfigurerebbe accanto alle opere di Tolkien o C.S. Lewis, o a La Dea Bianca di Robert Graves (guarda caso tre reduci, anche loro, della Prima Guerra Mondiale – anche se, ovviamente, sull'altro fronte).

Dolomitensagen

L'edizione più accurata del ciclo dei Fanes – una narrazione epica tramandata in forma orale nelle valli ladine (e che secondo alcuni risalirebbe addirittura al Neolitico: molto più antica, dunque, dell'Iliade e dell'Odissea)1 – è stata curata da Brunamaria Dal Lago, nel 1989. Ed è con le opere della Dal Lago – bolzanina, allieva di Italo Calvino e raffinatissima scrittrice – che mi piace concludere: Leggende e racconti del Trentino-Alto Adige, pubblicato per Newton Compton, assieme a Elmar Locher, nel 1983; la Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità del Trentino-Alto Adige licenziata, sempre per Newton Compton, nel 2000; ma soprattutto l'ormai introvabile Storie di magia. Errabonda cultura lunare tra le custodi del tempo promesso nelle valli ladine, uscito nel 1979 per Lato Side e scovato da chi scrive, nei primi anni '90, in una bancarella dell'usato di Ancona. Bell'esperimento, Lato Side: le copertine le realizzava in larga parte Emanuele Luzzati, ma anche gente come Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Guido Crepax; la casa editrice pubblicava libri di musica leggera (un manuale di flauto, la biografia dei Genesis o dei Blondie, i racconti di Guccini, i testi del Dylan anni '70), ma anche raccolte di canti popolari, saggi di antropologia, raccolte di poesia. E com'era ibrida la casa editrice, così lo era il libro di Brunamaria (qui solo Bruna) Dal Lago: leggende, frammenti, ricordi d'infanzia, sotto il segno dell'attesa del "tempo promesso", quando "il regno dei Fanes | sarà dove una volta era".

Dal Lago storie di magia

(Ci sono molte ipotesi su cosa sia "il tempo promesso" che gli abitanti delle valli ladine continuano ad attendere: l'epoca in cui le montagne torneranno ad essere abitate dagli antichi dèi, che la dominazione romana prima e il cristianesimo poi scacciarono o trasformarono in nani e folletti sempre più (apparentemente) innocui; Brunamaria Dal Lago sembra suggerire un'epoca lunare, matriarcale e pacifica, nel segno della Dea Bianca. Forse, più semplicemente, il "tempo promesso" non è altro che l'infanzia, perduta e mai ritrovata: un tortino di mirtilli e una camomilla bollente su una certa piazza, in un certo albergo, in una certa estate. Gioverà ricordare, a proposito di infanzie perdute, che Sigmund Freud passava spesso le estati fra Tirolo e Trentino. A Collalbo, sull'altopiano del Renon, si può seguire la passeggiata che era solito fare nelle pause della stesura di Totem e Tabù; a Lavarone scrisse il saggio su Gradiva; a Merano abitava Dora con la sua famiglia; a Bolzano, Freud cenava in un'osteria che esiste ancora. I luoghi sono sempre lì; a giugno o a settembre di turisti ce ne sono pochi, e si può ancora conversare a bassa voce come allora).

W.G. Sebald, Vertigini, traduzione di Ada Vigliani, Milano, Adelphi, 2003
Serge Bertino, Guida alle Alpi misteriose e fantastiche, Milano, Sugar, 1972
Carlo Felice Wolff, L'anima delle Dolomiti, traduzione di Clara Ciraolo, Bologna, Cappelli, 1967
Carlo Felice Wolff, I monti pallidi, traduzione di Clara Ciraolo da Empoli, Bologna, Cappelli, 1987
Carlo Felice Wolff, Rododendri bianchi delle Dolomiti, traduzione e cura di Rosetta Infelise Fronza e Ersilia Baroldi di Calderara, Bologna, Cappelli, 1989
Brunamaria Dal Lago, Il Regno dei Fanes. Racconto epico delle Dolomiti, Milano, Mondadori, 1989
Brunamaria Dal Lago ed Elman Locher, Leggende e racconti del Trentino-Alto Adige, Milano, Mondadori, 1983
Brunamaria Dal Lago, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità del Trentino-Alto Adige, Roma, Newton Compton, 2000
Bruna Dal Lago, Storie di magia. Errabonda cultura lunare tra le custodi del tempo promesso nelle valli ladine, Roma, Lato Side, 1979

  1. È la tesi di Giuliano e Marco Palmieri, I regni perduti dei Monti Pallidi, Verona, Cierre edizioni, 1996.

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